mercoledì 23 aprile 2008

Uno strano rituale

Quando il GeheimKommando entra all'interno della "Torcia nella Nebbia" si accorge che l'atmosfera è completamente diversa da quella cupa e scura che aleggia nella cittadina di Irca.. Bavaresi biondi, barbuti e pingui ridono infatti sguaiatamente di fronte a pinte schiumose di birra: tutti hanno comunque la mascella pronunciata e il naso tozzo.

"In che cosa posso servirvi?" -l'oste che accoglie il GeheimKommando è senza un occhio e ha il caratteristico passo dondolante degli abitanti di Irca, ma cerca di sorridere cordiale.
"Una cena decente e una camera calda è tutto quello che speriamo di ottenere da questo posto"- risponde sarcastico Mr Carter.
Appena il GeheimKommando si siede ad un tavolo l'oste orbo ritorna con alcuni vassoi fumanti: "Ecco qua!" -dice un pò bruscamente sbattendo sul tavolo le portate.
"Questi non sono i modi con i quali rivolgersi ad un alto ufficiale della Wehrmacht"- lo intimidisce con tono glaciale il feldmaresciallo Schubert. La tensione all'interno della stanza sale in un attimo: il chiaccherìo diventa più sommesso e diversi sguardi ostili squadrano i nuovi arrivati.. Un giovane enorme, con la testa rasata, si alza improvvisamente in piedi: ha uno sguardo omicida.
La tensione nell’aria ha un’ulteriore impennata.
“Sporchi bastardi..” si sente mugugnare ai vari tavoli. “Diamogli una lezione..” i sussurri sono perfettamente udibili nell’aria ferma della stanza.
Mr Carter non perde il suo proverbiale aplomb: estrae la sua Remington, la tiene sollevata nell’aria e lentamente la poggia sul tavolo di fronte a se. E’ come se un incantesimo venisse infranto: la tensione scende, il chiacchiericcio e le risate riempiono nuovamente la stanza, l’atmosfera torna ad essere quella iniziale e il giovane gigante dalla testa rasata si rimette a sedere.
In quel momento entra nella locanda Frank Kruger e –trafelato- si lascia cadere su una sedia, al tavolo del GeheimKommando: “Bisogna andarcene di qui: hanno cercato di ammazzarmi!” –grugnisce l’Austriaco buttando sul tavolo il dardo di legno che si è estratto dal braccio sanguinante.
“Sorprendente: questo è un dardo di una balestra medievale..” –mormora ammirato il feldmaresciallo Schubert, che solo nel Museo di Berlino aveva visto un’arma del genere… “Ce ne andremo –aggiunge poi guardando preoccupato il braccio inzuppato di sangue di Frank Kruger- ma non prima di aver controllato quella strana chiesa!”
Il GeheimKommando si muove con rapidità ed esce subito dalla “Torcia nella Nebbia”; l’ultimo a lasciare la locanda è Mr Carter: l’inglese si avvicina all’oste per congedarsi e improvvisamente abbassa gli occhiali scuri, fissando il locandiere con il suo strano sguardo. Il potere ESP di Mr Carter gli fa intravedere che l’oste nasconde un segreto e teme che il GeheimKommando possa scoprirlo: il locandiere sta valutando di riferire tutto a qualcuno di importante…

“E’ una maniglia particolare, vero?!” –chiede Frank Kruger mostrando al feldmaresciallo il portone della strana chiesa di Irca.
“Già: è un simbolo davvero inusuale per l’ingresso di una chiesa…è una stella di David!” –riflette cupo il feldmaresciallo.
“Questa non è una chiesa..” –dichiara in modo plateale Mr Carter quando raggiunge il GeheimKommando- “…non sono necessarie le mie conoscenze cabalistiche per capire questi strani fregi sulla parete: questa è una Sinagoga!!”
“Ne ho abbastanza!” –sbotta improvvisamente Frank Kruger- “Entriamo!”
L’Austriaco apre deciso il portone e il GeheimKommando lo segue all’interno della sinagoga.
L’ambiente è fiocamente illuminato da poche candele poste su alcuni candelabri a sette braccia, ma nonostante la semi-oscurità Frank Kruger intravede una piccola porta che conduce in una cripta: il GeheimKommando scende diversi scalini di pietra grezza, antichi, per raggiungere una massiccia porta di quercia, di fattura chiaramente medievale.
“E’ chiusa!” –sbotta il feldmaresciallo.
“Lasci fare a me..” –suggerisce Mr Carter con cortesia. L’inglese si china sulla grossa serratura di ferro battuto, vi armeggia con strani utensili per qualche secondo e poi si volta verso il feldmaresciallo con aria soddisfatta.
“Possiamo entrare” –dichiara solennemente.
L’interno della cripta consiste in una piccolissima stanza con un basso soffitto a crociera: al centro si trova un rozzo altare di pietra, sopra il quale campeggia una magnifica Arca dell’Alleanza in oro massiccio.
Il feldmaresciallo Schubert si avvicina meravigliato allo stupendo artefatto, ma scopre subito che l’Arca è chiusa da una strana serratura: senza esitare il feldmaresciallo impugna la chiave trovata nella sedia del colonnello Fehder e la fa girare nella serratura.
Nel frattempo Mr Carter squadra con attenzione la piccola cripta ricca di umidità: è chiaro che non c’è nessuno, a parte il GeheimKommando, eppure l’inglese ha una strana sensazione…gli sembra di intravedere un’oscura figura che si annida in un angolo della cripta.
Il feldmaresciallo apre l’Arca dorata e scopre che questa nasconde un’inquietante statuetta: il perverso manufatto rappresenta un essere abominevole, senza alcuna forma comprensibile, circondato da diverse creature dalle dimensioni più ridotte, che sembrano danzargli attorno suonando un piffero. Schubert si accorge subito di due cose: l’essere sembra quello di dimensioni spropositate che aveva intravisto nel cielo stellato della galleria….e ad uno dei piccoli esseri danzanti manca un piffero!
Poi tutto ha un’accelerazione improvvisa: Mr Carter vede l’oscura figura muoversi con rapidità, afferrare la statuetta ed uscire dalla cripta; il feldmaresciallo Schubert non riesce a realizzare bene cosa sta succedendo; Frank Kruger, che era piazzato all’ingresso della cripta, viene urtato dalla figura, anche se non distingue bene chi o cosa sia…
L’Austriaco reagisce: imbraccia il suo fucile a canne mozze e spara alla figura che si arrampica rapidamente su per gli scalini che conducono alla sinagoga… il fucile però gli esplode in faccia con un fragoroso “BRAM”! Frank Kruger si accascia al suolo senza neppure un gemito: il volto è una maschera irriconoscibile di sangue..
Mr Carter –freddamente- stende la sua Remington, prende la mira per un secondo, e lascia partire un colpo preciso che si pianta nella schiena della figura; come se venisse infranto un incantesimo la figura appare chiaramente per quello che è: un rabbino!
Mentre il feldmaresciallo Schubert si china preoccupato sul corpo immobile di Frank Kruger, Mr Carter sale in un lampo gli scalini che conducono alla sinagoga…ma trova un terribile spettacolo ad attenderlo: quasi l’intero villaggio di Irca si è radunato all’interno dell’edificio; di fronte a questa moltitudine, armata e minacciosa, sta eretto il rabbino.
Mr Carter si avvicina lentamente al rabbino e poi –improvvisamente- abbassa i suoi occhiali scuri: lo sguardo del rabbino si perde negli occhi inquietanti della spia inglese e Mr Carter riesce ad intuire che il rituale preparato nella cripta non poteva essere completato perché manca qualcosa alla statua…quel piccolo piffero del danzatore osceno.
Mr Carter ha un attimo di esitazione; poi viene affiancato dal feldmaresciallo che sostiene Frank Kruger: “Andiamocene di qua!” –ordina l’alto ufficiale. Con un movimento perfetto estrae dalla cintura una handgranate e la scaglia contro la massa assiepata all’uscita della sinagoga: una grande esplosione riecheggia nell’edificio, accompagnata da grida di dolore..
Il GeheimKommando cerca di guadagnare l’uscita correndo rapidamente in mezzo al fumo e alla confusione, ma Mr Carter ha un conto personale da saldare: cerca freneticamente il rabbino, lo individua nella massa urlante, prende la mira con la Remington e spara un colpo mortale nella testa del sacerdote ebreo!
Quando il rabbino si accascia al suolo Mr Carter afferra al volo la statua oscena e raggiunge la limousine nera appena fuori la sinagoga, dove il GeheimKommando lo attende impaziente: “Via di qua!” –grida il feldmaresciallo appena Mr Carter chiude la portiera.
Frank Kruger –con il volto sfigurato dall’esplosione del fucile- preme fino in fondo l’acceleratore: le ruote della limousine stridono sul selciato, mentre gli abitanti di Irca escono dalla sinagoga e circondano l’auto. Il vetro del guidatore va in frantumi e alcune braccia penetrano all’interno, ghermendo il trench di Frank Kruger: “Maledetti!” –grida l’Austriaco afferrando la statuetta dalle mani di Mr Carter e colpendo rabbiosamente al volto un paio di villici. La limousine scatta improvvisamente in avanti, investe un assalitore e sfreccia via da Irca, imboccando l'inquietante galleria..

giovedì 17 aprile 2008

Il villaggio di Irca

“Acri” –mormora Frank Kruger svegliandosi dal suo sonno inquieto.
“Già, Acri.. è anche la parola che il colonnello Fehder ha indicato sul libro in Aramaico nel momento in cui è morto”-gli risponde il feldmaresciallo Schubert.
“Qui vicino, in Baviera, esiste un piccolo villaggio che ha un nome simile” –suggerisce pensieroso l’austriaco Kruger- “mi pare si chiami ‘Irca’…non può essere un caso!”
“Se hanno trasportato il corpo del colonnello da qualche parte può darsi che l’abbiano portato lì: dobbiamo accertarcene!” –esclama deciso Schubert- “Se non sbaglio il villaggio in questione dovrebbe trovarsi nei possedimenti del Conte…non è vero?” –chiede rivolto a Von Rimmel.
“Si, in effetti Irca è un piccolo borgo situato all’interno dei miei dominii, ma è così insignificante che –devo ammettere- non ci sono mai stato..” –precisa il Conte Von Rimmel.
“Certo che è davvero strana questa chiave..” –mormora tra se l’Austriaco mentre svela il contenuto del sacchetto nascosto nella sedia del colonnello Fehder. Il sacchetto in effetti custodisce una grossa chiave dalle fattezze inquietanti: non sembra costruita seguendo una logica umana e il suo colore cambia continuamente, a seconda di come la colpisce la luce..
“Fammela vedere” –chiede incuriosito il feldmaresciallo. L’Austriaco gli consegna subito il raccapricciante congegno, con un’evidente espressione di sollievo, come se si liberasse da un’oscura presenza..

Il comandante della base aerea fornisce così al feldmaresciallo una lunga limousine nera e -mentre il Conte decide di rimanere nella locanda per studiare più a fondo il libro del colonnello- prontamente il GeheimKommando si prepara ad abbandonare la stanza per recarsi ad Irca...
“Scusate il ritardo..” –sulla porta della camera appare improvvisamente l’ultimo membro del GeheimKommando: è vestito in modo stravagante, seppur molto elegante, e indossa un paio di occhiali scuri..
“Non sarà venuto direttamente dall’Inghilterra, Mr Carter..” –gli risponde sarcastico il feldmaresciallo Schubert.
“No, in effetti ero ad uno splendido ricevimento a Strasburgo e abbandonarlo così all’improvviso mi ha alquanto rattristato” –replica laconico Mr Carter.
“Non perdiamo tempo: la devo ragguagliare su..” –inizia Schubert, ma viene subito interrotto.
“So già tutto” –sussurra con un mezzo sorriso Mr Carter. L’Inglese è infatti un’abile spia che ha tradito il Regno Unito per passare al servizio del Fuhrer: la sua capacità di raccogliere informazioni è leggendaria…e il potere che nasconde dietro gli occhiali scuri lo aiuta certamente in tal senso.

Frank guida sicuro la limousine; accanto a lui Vanheim è chiuso in un triste silenzio. L’Austriaco è l’unico che, talvolta, riesce a penetrare i segreti del Boero, quindi gli domanda preoccupato: “Tutto bene?”
“Insomma…non riesco a vedere cosa ci attenderà ad Irca: la cosa mi preoccupa..” –gli risponde Vanheim, prima di richiudersi in un impenetrabile silenzio.
“Fra poco lo scoprirai: dopo questa galleria dovremmo essere arrivati..” –chiosa Frank Kruger.
Appena la limousine penetra all’interno della galleria si ode distintamente uno strano rumore, “swaaap”, come se l’auto venisse risucchiata chissà dove.. Improvvisamente un buio impenetrabile avvolge tutto il GeheimKommando: Frank nota che neppure le luci anteriori della limousine riescono ad illuminare alcunché. Un silenzio siderale avvolge l’autovettura. Poi il buio totale viene infranto da numerose piccole luci: stelle, sono stelle! La limousine sembra fluttuare nel cielo stellato. Al feldmaresciallo Schubert sembra ad un certo punto di distinguere anche un’enorme e orripilante creatura amorfa, dalle dimensioni incredibili, pari a quelle di un pianeta!
“Swaaap!” di nuovo lo strano rumore e la limousine esce dalla galleria, ritrovandosi nel mezzo della cittadina di Irca. Il feldmaresciallo guarda nel lunotto posteriore dell’auto e gli sembra che l’oscura uscita della galleria abbia l’aspetto di un’enorme bocca mostruosa..
Frank Kruger parcheggia la limousine accanto all’unica chiesa del villaggio: la costruzione è davvero strana, ha qualcosa di particolare; accanto ad essa sorge anche un piccolissimo cimitero molto trascurato, con lapidi antiche e crepate, ricco di intricata vegetazione.
Il piccolo villaggio è completamente avvolto da una fitta nebbia e una strana oscurità notturna scende improvvisamente sulle rustiche case di Irca. Vanheim è confuso: guarda il suo caratteristico orologio con catenina e scopre con orrore che le lancette sono rotte!
“Le lapidi sono antiche” –osserva attento Mr Carter- “L’ultimo seppellimento in questo villaggio è avvenuto nel 1860.”
“Questo borgo ha qualcosa di strano” –replica Frank Kruger studiando le sagome avvolte nella nebbia degli strani abitanti di Irca: hanno tutti un naso tozzo, una mascella pronunciata e camminano ondeggiando maldestramente..
“Mi scusi buon uomo” –Mr Carter attira l’attenzione di un passante- “Ci potrebbe indicare un alloggio consono alla nostra posizione e al nostro rango?” –chiede con eccessiva eleganza.
L’abitante di Irca parla in modo strano, come se avesse un sacco di biglie in bocca: “Laggiù di fronte alla chiesa c’è l’unica locanda: ‘La Torcia nella Nebbia’!”
“Andiamo a rifocillarci lì” –ordina il feldmaresciallo Schubert.
“Vi raggiungo: voglio prima dare un’occhiata a questa strana chiesa” –risponde Frank Kruger avvicinandosi al portone d’ingresso. Quando i suoi compagni si allontanano e spariscono all’interno della locanda la sicurezza dell’Austriaco vacilla: si ritrova d’un tratto solo nella nebbia e strane ombre si muovono nei vicoli che si affacciano sulla piazzetta…”CRA!” –un corvo improvvisamente gli sfreccia accanto spaventandolo a morte.
“Non sarà certo uno stupido borgo bavarese a spaventarmi..” –mormora Frank Kruger per farsi coraggio, avvicinandosi al portale della strana chiesa. Fregi inquietanti corrono lungo tutto il piccolo porticato: fregi strani, privi di qualsiasi valenza simbolica o iconografica.. Il portone di legno antico è chiuso da una strana maniglia, fatta a forma di un simbolo famoso, anche se sconosciuto all’Austriaco.
Improvvisamente Frank Kruger si accorge con la coda dell’occhio che alcune figure si stanno avvicinando a lui dalle ombre dei vicoli, semi-nascosti dalla nebbia: un ronzio sordo attraversa l’aria e un dardo di legno si pianta profondamente nel braccio destro di Frank Kruger.
"Maledizione!” –l’Austriaco grida per il dolore intenso e abbassa la testa di scatto, evitando altri due dardi che rimbalzano sulla facciata della chiesa. Frank Kruger salta agilmente in auto e gira la chiave: la limousine sussulta per un secondo ma non si accende.
“SBRAM!” un pesante bastone di legno si abbatte sul cofano dell’auto nera. Alcuni abitanti di Irca, con la loro andatura ciondolante, circondano rapidamente l’auto: sono armati poveramente, con forconi, falcetti e balestre, ma hanno sguardi truci e determinati..
"Accenditi maledizione!!" -ripete imprecando l'Austriaco.

giovedì 10 aprile 2008

Le mura di Acri

Appena il montacarichi atterra sul terreno innevato fuori dal castello una mitragliatrice pesante nascosta in un boschetto vicino apre il fuoco contro il GeheimKommando.
Molti proiettili colpiscono la grata di metallo del montacarichi, utilizzata per non far cadere le munizioni trasportate, ma il GeheimKommando è comunque troppo esposto: improvvisamente -per fortuna- si sente un “CLIC-CLANK” e la mitragliatrice francese si inceppa.
Schubert reagisce prontamente: afferra una handgranate dalla cassa di munizioni del montacarichi e la scaglia nella direzione del boschetto. L’esplosione è fragorosa ed un piccolo albero si spezza, cadendo proprio sui due mitraglieri francesi!
“Di qua: presto!” –grida il Feldmaresciallo indicando il Fokker DVII posizionato poco distante sulla piccola pista di atterraggio esterna al castello.

Il GeheimKommando corre affannato nella neve, ma -avvicinandosi al velivolo- tutti si accorgono che il pilota sta lottando con un incursore francese: i due sono avvinghiati per terra e rotolano convulsamente nella neve.
Frank Kruger, correndo più rapidamente degli altri, raccoglie da terra un ramo pesante e si avventa sui due lottatori: il fendente dell’austriaco è potente e preciso e il corpo del francese smette improvvisamente di lottare, giacendo immobile sopra quello del pilota.
Frank si accorge subito però che il pilota è gravemente ferito al fianco: “Saliamo, presto!" -grida Frank agli altri- "Piloterò io questo coso..” e si posiziona nella cabina di pilotaggio accendendo i motori.
Mentre tutto il GeheimKommando sale a bordo il Conte Von Rimmel aiuta il pilota ad alzarsi e a salire sul Fokker DVII: “Non si preoccupi, guarirà: sono un medico”.
Frank Kruger spinge al massimo i motori dell’aereo che comincia a rullare sulla piccola pista innevata: diverse mitragliatrici francesi aprono il fuoco, ma la pista di decollo è protetta da sacchi di sabbia. Il Fokker spicca quindi il volo, pilotato abilmente da Kruger; alla prima virata il Conte però si affaccia al finestrino e si accorge che il serbatoio della benzina è stato colpito da alcuni proiettili: “Stiamo perdendo carburante!” –grida a Frank.
“Accidenti!” –mormora tra se l’austriaco notando che la lancetta del carburante si muove con inquietante rapidità verso lo “0”.
“C’è una piccola base aerea qui vicino!” – gli suggerisce il feldmaresciallo.
“Si, la conosco: atterreremo lì” –replica sicuro Frank Kruger.

Una volta atterrati il comandante della base aerea fornisce loro una camionetta, che trasporta il GeheimKommando fino alla locanda del vicino villaggio.
L’oste della locanda è un uomo dai lineamenti rozzi, dal naso tozzo e con una mascella estremamente pronunciata: “Ho già preparato la vostra stanza” –dice con una parlata molto gutturale.

Nella quiete del loro piccolo ma confortevole alloggio i membri del GeheimKommando si gettano sui letti, stremati. L’unico a sedersi alla scrivania è il feldmaresciallo: ancora turbato per la morte del suo mentore Schubert posiziona sul rozzo tavolo tutti i libri raccolti nella biblioteca del colonnello Fehder, li apre uno ad uno e li dispone in modo da affrontare una lunga notte di studio. Per ultimo apre lo strano libro che il colonnello stava leggendo nel momento del decesso.
“Non riesco a concentrami su questo bicchiere” –il sussurro del Conte Von Rimmel attira l’attenzione di Schubert. Il feldmaresciallo si volta e scopre che il nobile non si è addormentato come gli altri, ma è seduto invece sul letto con in mano il bicchiere di whisky che era rovesciato sulla scrivania del colonnello Fehder: la mano che impugna il bicchiere è nuda, senza il distintivo guanto nero che solitamente la copre.
“Comunque questo bicchiere ha uno strano odore, che il whisky non è riuscito a coprire: l’odore di una rara essenza venefica, preparata con erbe che si trovano soltanto in Palestina..” –asserisce il Conte, rivelando ancora una volta le sue conoscenze mediche.
"Ora cerchi di riposare Conte -suggerisce il feldmaresciallo- e speriamo che almeno lei abbia sogni tranquilli..." allude Schubert indicando Frank Kruger: l'austriaco si sta agitando nel letto, tormentato da chissà quali incubi...

Sole, sudore e sabbia.
La cittadella di Acri è la roccaforte più imprendibile dell’Islam: molti crociati schierati di fronte alle sue mura ancora non capiscono perché –dopo aver affrontato mesi di viaggio- devono rischiare la loro vita contro un avversario così terribile. Due cinta di mura proteggono la città e il castello di Acri: quest'ultimo -per giunta- è difeso dalla migliore guarnigione di guerrieri Muslim!
“Deus vult!” –grida Re Riccardo Cuor di Leone, il comandante dell’esercito crociato, incitando i suoi uomini prima dell’assalto. Poi il Re d’Inghilterra avvicina il suo cavallo a quella parte dello schieramento dove sono posizionati i Cavalieri del Tempio.
“Dio lo vuole –ripete in un sussurro rivolto ai Templari- ma anche noi sappiamo bene quanto sia importante ciò che è nascosto ad Acri..”
Il più anziano dei Cavalieri del Tempio –Ottone di Reigsburg- annuisce severo.
“DEUS VULT!” –ripete gridando il Cuor di Leone, mentre l’esercito carica contro le mura in modo confuso e sconclusionato.
Sole, sudore e sabbia.
Ottone di Reigsburg sale rapidamente una scala d’assedio, ma una tempesta di frecce lo colpisce sui pettorali di piastre dell'armatura. Un’arciere infedele si sporge dalle mura, prende la mira, e lascia partire un dardo che colpisce la spalla del Templare, in uno dei pochi punti non coperti dalla pesante armatura. L’anziano Templare lancia un grido di dolore e si regge a malapena sulla scala d’assedio: sembra che possa cadere da un momento all’altro..
Il primo Cavaliere del Tempio a guadagnare gli spalti è invece il più giovane dei Templari schierati: non ha neppure 20 anni, ma impugna una spada regalatagli da Re Riccardo in persona! Il biondo e impulsivo Eric di Augusta scavalca agilmente i merli, fa roteare la sua spada con incredibile rapidità e due arcieri infedeli cadono a terra con il petto squarciato.
Si accorge poi che tre Muslim stanno salendo le scale interne della fortezza per raggiungere gli spalti e dare man forte all'esercito difensore; si avventa allora su di loro con la ferocia della sua giovinezza: ne abbatte uno con la spada, da un calcio alla scala sulla quale si stava arrampicando un altro, ma il terzo gli è pericolosamente alle spalle, con la scimitarra già alzata!..
Un dardo di balestra colpisce l’infedele in pieno petto. “Allah akhbar..” –sussurra il Muslim prima di morire.
Eric si volta e rivolge un sorriso ad Hans l’Orso, il più potente dei Cavalieri del Tempio: Hans ha un fisico imponente –è alto più di 2 metri!- e possiede una forza disumana.
Con un grido rabbioso Hans l’Orso strappa una lancia dalla mano di un infedele, la capovolge e la usa subito per piantarla nel corpo del Muslim. Poi si sporge dai merli ed aiuta Ottone di Reigsburg a raggiungere gli spalti. Quando realizza che quella sezione delle mura è ormai in mano ai Crociati Hans afferra lo stendardo del Tempio e lo pianta nel corpo disteso di un infedele, facendolo garrire al vento caldo di Acri.

venerdì 4 aprile 2008

Attaque!

Frank Kruger si aggira per lo studio con aria svogliata, osservando l'enorme collezione di libri del colonnello Fehder: sugli scaffali della libreria sono raccolti tomi che spaziano in tutti i rami dello scibile, compreso l'occultismo, l'esoterismo, la magia e la cabala.
Il feldmaresciallo Schubert studia con maggiore attenzione il libro che il colonnello stava leggendo nel momento in cui è morto: i suoi studi di Linguistica a Tubingen gli suggeriscono che il tomo è scritto in Aramaico e pare essere in realtà un insieme di pergamene assemblate e rilegate con una copertina di cuoio spesso e grezzo.
"E' un libro in Aramaico" -esclama rivolto al GeheimKommando- "Qualcuno può aiutarmi a tradurlo?"
La domanda del feldmaresciallo è in realtà molto insidiosa: l'alto ufficiale della Wehrmacht sa benissimo, infatti, che nella sua squadra si nasconde un Giudeo infiltrato.
"E' lei il Linguista, no?" -gli risponde flemmatico il Conte Von Rimmel.
"Già, ma ho bisogno di tempo...e degli strumenti necessari" -dice squadrando gli scaffali dello studio ricolmi di libri; Schubert seleziona quindi con attenzione alcuni dizionari che potrebbero essergli di aiuto.
In quel momento la porta si spalanca improvvisamente ed entrano nello studio un Lieutenant delle SS, un ufficiale Medico con un paio di occhialini tondi, il sergente Mayer e una splendida ragazza bavarese con una cuffietta grigia in testa, sulla quale è ricamata una svastica nera.
"Heil Hitler!" -tuona quasi urlando l'ufficiale delle SS, mentre tutti nella stanza alzano il braccio destro teso.
"Feldmaresciallo Schubert: siamo onorati di accoglierla al castello Hoenig" -esordisce con sguardo severo l'ufficiale delle SS- "Sono il Lieutenant Himmel, secondo in comando di questa guarnigione e -purtroppo- ora comandante in capo del castello Hoenig: costui è il tenente Richter, l'ufficiale medico della guarnigione che esaminerà il corpo del colonnello e che...mein gott! Ma dov'è finito il corpo del colonnello?" -esclama improvvisamente l'ufficiale delle SS, accortosi improvvisamente dell'assenza di qualsiasi cadavere nella stanza.
"E' stato portato via dai medici che lei ha inviato a prenderlo" -risponde serio Schubert.
"Quali medici?" -esclama Himmel- "Io non ho inviato nessuno! L'unico ufficiale medico della guarnigione è Richter, qui presente!"
Sul GeheimKommando cala improvvisamente un gelo.
"Poco fa sono entrati in questo studio un medico e dei paramedici: mi vuol dire che chiunque può penetrare questa fortezza, anche tre persone a vostra insaputa?" -chiede con aria strafottente Frank Kruger.
"La prego, feldmaresciallo Schubert, di invitare gli uomini della vostra squadra a tenere un comportamento consono" -dice in tono freddo il Lieutenant, ignorando completamente Kruger.
"Se ci muoviamo possiamo ancora intercettarli: se desse l'ordine ai suoi uomini di cercarli nella fortezza..!" -sbotta irritato Frank Kruger, anche se il giovane austriaco non può fare a meno di guardare con timore i teschi d'argento presenti sul colletto dell'ufficiale delle SS.
"Feldmaresciallo Schubert: lei è il comandante di questa unità ed è stato incaricato di questa indagine. Ma io sono il comandante in capo del castello Hoenig: le consiglio di far rispettare ai suoi uomini il codice militare qui vigente" -dice freddamente Himmel, continuando a non degnare di uno sguardo Frank Kruger. A nessuno sfugge che la tensione nell'aria coinvolge Mayer a tal punto che il giovane sergente sgancia il bottone della fondina della sua pistola.
"Certamente Lieutenant Himmel: sarà fatto. E ritroveremo il corpo del colonnello" -asserisce sicuro Schubert guardando Frank Kruger.
"Le porgo le mie più sentite scuse, Lieutenant." -dice in tono sinceramente pentito il giovane austriaco.
"Bene. Ho servito il colonnello Fehder per 15 anni e ho intenzione di essere presente quando il suo corpo verrà bruciato secondo gli antichi riti celtici. Veda di trovare il corpo del colonnello entro stasera, feldmaresciallo. Heil Fuhrer!" -dice in tono imperioso Himmel. Quindi esce dallo studio seguito dal medico.

"SS...bastardi macellai!" -pensa tra se Schubert- "Il colonnello Fehder fu invitato tante volte ad entrare in quel corpo speciale, ma si è sempre rifiutato di farlo!"
"Dobbiamo trovare il corpo del colonnello" -dice poi rivolto al GeheimKommando.
Vanheim allora, defilato in un angolo dello studio, si china sul suo orologio spostando in avanti le lancette, posizionandole all'ora del tramonto: improvvisamente l'orologiaio boero vede l'ambiente attorno a se sfocare fino a scomparire; al posto dello studio del colonnello compare invece il cortile del castello, al centro del quale campeggia un'enorme pira. Sulle fascine della pira è stata deposta con cura un'enorme bandiera rossa con una svastica nera al centro, inserita in un cerchio bianco. Attorno alla pira -nel buio della sera- si distinguono le sagome di diversi soldati della guarnigione, lì presenti per l'estremo saluto al colonnello. Sulla pira però non c'è nessun corpo desposto.
"Non troveremo il colonnello stando qui al castello" -dice Vanheim riprendendosi dalla visione della Prescienza- "E Lieutenant Himmel non brucierà sulla pira il corpo di Fehder".
"Non è vero: dobbiamo trovare il colonnello!" -esclama Schubert- "E' nascosto sicuramente da qualche parte nel castello. Quei medici non possono essere andati lontano.."
"Non lo troveremo qui" -insiste deciso Vanheim con un sogghigno "L'ho visto!"
"WEEEEEEE!"
Improvvisamente una sirena di allarme rompe il silenzio del tardo pomeriggio con un prolungato richiamo.
WEEEEEE!
"Schnell! Schnell!"
Ordini vengono improvvisamente gridati all'interno del castello mentre la sirena continua a suonare.
"Il castello è sotto attacco" -realizza prontamente il feldmaresciallo Schubert
"Un bombardamento?" - chiede allarmato Frank Kruger
Improvvisamente si odono grida più distanti:
"Allez! Allez!"
Quindi un crepitare di mitragliatrici.
"No, questo non è un attacco aereo" -precisa Schubert -"Questa è un'incursione della Resistenza Francese!"
Il Conte realizza che il tempo stringe: si toglie dunque il guanto nero dalla mano destra e tocca il bicchiere di whisky rovesciato sulla scrivania, entrando in contatto con l'oggetto grazie al suo potere di Psicomanzia.
"Ra-ta-ta-ta"
Il rumore degli spari e delle mitragliatrici si fa sempre più assordante e sempre più vicino.
"CRASH!!"
La vetrata dell'unica finestra dello studio si rompe improvvisamente in mille frammenti di vetro. Nella stanza si odono chiaramente i sibili sordi di due proiettili che vanno a colpire due libri sulla libreria facendoli esplodere in una nube di carta e polvere.
"Non riesco a concentrarmi con tutto questo fracasso" -esclama il Conte. Von Rimmel decide dunque di infilare il bicchiere di whisky all'interno del suo cappotto e di uscire dallo studio; Vanheim lo segue subito dopo.
"Usciamo da qua alla svelta, Frank!" -comanda il feldmaresciallo a Kruger mentre raggiunge l'uscita dello studio. I proiettili cominciano a ronzare nella stanza con sempre maggiore frequenza.
"Un attimo soltanto: ho notato che c'è qualcosa di strano in questa sedia" -grida Kruger mentre esamina con attenzione la sedia della scrivania sulla quale era seduto il colonnello nel momento in cui è morto...ma non trova niente!
"Ziiiing.... ziiing" -due proiettili entrati dalla finestra infranta sibilano vicino alla testa di Kruger.
"Eppure devi esserci qualcosa" -mormora tra se e se il giovane austriaco mentre rigira la sedia per studiarne le gambe.
"Frank! Vieni via di lì; esci dalla stanza!!" -gli grida Schubert dall'ingresso dello studio mentre si accuccia per ripararsi dai proiettili. Improvvisamente nota qualcosa sulla sedia che Kruger sta maneggiando.
"Aspetta Frank, ho notato qualcosa! C'è una piccola leva, lì vicino alla gamba intarsiata della sedia! Si, esatto, proprio lì!" -il feldmaresciallo indica all'austriaco la piccola levetta. Per Frank Kruger è un gioco da ragazzi tirarla e afferrare il piccolo fagotto che fuoriesce da un vano segreto della sedia.
"Andiamocene" - dice Frank Kruger al GeheimKommando appena raggiunge anche lui l'uscita dello studio. Fuori dalla stanza in realtà c'è una piccola anticamera con due rampe di scale, una che scende e l'altra che sale. Dal basso arrivano rumori di spari e grida francesi: "Allez! Allez!". Passi pesanti salgono precipitosamente le scale.
"Di qua!" -suggerisce il sergente Mayer saltando sui primi scalini della scala che sale.
Il GeheimKommando lo segue fino a che non arrivano ad una pesante porta di legno, aperta la quale si ritrovano sulla cima di una torre merlata, investita da forti raffiche di vento e neve.
"Mein Gott! Non c'è una via di uscita! Come facciamo ora?" -grida sgomento il feldmaresciallo.
Il Conte Von Rimmel non si perde d'animo: raggiunge la postazione di artiglieria anti-aerea collocata in mezzo alla torre e comincia a slacciare i nastri di cuoio che fissano alcuni assemblaggi dell'armamento.
Frank Kruger si sporge invece dai merli della torre notando un montacarichi poco più sotto, con sopra una cassa di munizioni per artiglieria.
"SBRAM!" la porta della torre si apre di nuovo e tre figure in uniforme blu notte irrompono nella terrazza gridando qualcosa in francese e aprendo il fuoco all'impazzata. Il sergente Mayer non fa in tempo neppure ad estrarre la pistola: una valanga di fuoco lo investe bucherellandogli il petto. Quando cade nella neve è già morto.
Il feldmaresciallo Schubert si getta nella neve e -rotolando- con la sua pistola spara alcuni colpi verso i francesi, mancandoli.
Frank Kruger rapidamente fa salire il montacarichi fino all'altezza dei merli, afferra la cassa di munizioni e la lancia verso gli incursori francesi. "Sparate alla cassa!" -grida nel vento.
Von Rimmel finisce di slacciare i nastri di cuoio e poi -gonfiando i muscoli in uno sforzo disumano- spinge il pezzo di artiglieria fino a che questo non cade dalla sua postazione e, seguendo l'inclinazione della terrazza, comincia a scivolare verso i tre francesi.
Il feldmaresciallo spara alla cassa di munizioni e la manca: poi prende la mira con maggiore attenzione, chiude un occhio, e il secondo colpo centra il bersaglio. I tre francesi saltano letteralmente in aria mentre pezzi infuocati del cannone di artiglieria volano in mille direzioni.
"Di qua, presto!" -grida Frank Kruger. Tutto il GeheimKommando sale sul montacarichi e scende così dalla cima della torre.

La morte di un amico

"Heil Hitler!" Il sergente Mayer saluta impettito il Feldmaresciallo Schubert, appena giunto al castello Hoenig, un antico e possente maniero medievale arroccato sulle Alpi Austriache. Il Feldmaresciallo è l'alto ufficiale della Wehrmacht incaricato dal Fuhrer stesso di indagare sull'occulto e l'esoterismo; l'ufficiale si ricorda benissimo l'incontro che ebbe alcuni anni fa con la guida del Terzo Reich: "Grazie alla sua squadra -Schubert- potremmo percorrere vie imprevedibili per raggiungere la Vittoria Finale!", gli disse imperioso il Fuhrer.
Molte cose sono cambiate però da quell'incontro: la squadra che il feldmaresciallo ha formato nel frattempo, il GeheimKommando, è sicuramente affiatata e formidabile, ma la Guerra sta volgendo al peggio per il Terzo Reich, costretto ora a fronteggiare anche la potenza statunitense..
"Heil.." Il feldmaresciallo risponde al saluto del sergente Mayer con un atteggiamento palesemente indolente, alzando appena il braccio destro per effettuare il saluto romano.
"Sono il sergente Mayer, signore, il vostro attendente personale fino a che rimarrete al castello Hoenig -precisa il giovane sottoufficiale- avete fatto un buon volo per arrivare fin qui?"
Schubert ripensa al volo avventuroso che ha dovuto affrontare per raggiungere il castello: il Fokker DVII che lo ha trasportato ha dovuto lottare con una terribile tempesta di neve che sembra avvolgere costantemente il castello austriaco. Hoenig era una roccaforte imprendibile nel medioevo, arroccata su una delle vette più alte delle Alpi, posta a custodia del fondamentale Passo del Brennero, uno dei pochi collegamenti esistenti tra Austria e Italia: durante la II Guerra Mondiale la sua importanza non è certo diminuita; nonostante l'introduzione di nuovi armamenti (sopratutto aerei da combattimento e bombardieri) il castello rimane comunque inespugnabile, difeso da una guarnigione ben armata, quasi impossibile da attaccare via-terra, difficilmente avvicinabile per via-aerea (a causa delle continue tormente di neve)..
"Mi conduca allo studio del Colonnello"-il Feldmaresciallo non risponde alla domanda del sergente, mentre distrattamente si pulisce le spalle del suo cappotto dalla neve.
"Prego, mi segua" -risponde intimorito il giovane attendente aprendo una pesante porta di legno.

Il feldmaresciallo si toglie il cappello mentre entra nello studio del colonnello Fehder, il comandante in capo del castello Hoenig: il corpo del colonnello è accasciato su una grande scrivania, ancora seduto sulla sedia. La scrivania è colma di libri e scritti, così come tutte e quattro le pareti della stanza sono stipate di tomi raccolti in numerosi scaffali. Un bicchiere di whisky rovesciato sulla scrivania è l'unico indizio che il colonnello Fehder non sta dormendo.
Il feldmaresciallo fa fatica a trattenere l'emozione: Fehder era un amico fraterno di suo padre e per Schubert è stato un vero e proprio mentore; fu il colonnello Fehder a consigliargli l'università di Tubingen, dove Schubert ha completato brillantemente i suoi studi di Linguistica; fu il colonnello Fehder a spingerlo ad entrare nella Wehrmacht; fu il colonnello Fehder a trasmettergli l'amore per il sapere e lo studio. Da un certo punto di vista Schubert era contento che il suo mentore fosse morto nel suo studio, mentre faceva la cosa che aveva sempre amato: studiare.
"Chi ha scoperto il corpo?" -domanda secco al sergente.
"Frau Marlene, la sua assistente" -risponde Mayer.
"Chiuda la porta, sergente" -l'ordine è secco e deciso. Mentre Mayer raggiunge la porta Schubert si avvicina alla scrivania per osservare che il colonnello -nel momento del decesso- stava studiando uno strano tomo: inizialmente non riconosce neppure i caratteri stampati sulle pagine, anche se nota subito che il dito indice del colonnello indica un punto preciso della pagina che stava leggendo.

Nel momento in cui Mayer sta per chiudere la porta entrano nella stanza un medico e due attendenti: senza dire una parola il medico si avvicina al corpo del colonnello, lo esamina e poi guarda Schubert e il sergente Mayer senza dire una parola, ma annuendo con espressione grave.
A quel punto i due assistenti mettono il corpo del colonnello su una barella, quando il feldmaresciallo li interrompe: "Fermi! Devo esaminare il corpo: dove lo state portando?"
"All'infermeria, per l'autopsia. Ci dispiace feldmaresciallo, ma abbiamo ricevuto ordini precisi" -risponde deciso l'ufficiale medico.
"Ordini da chi?.." -chiede Schubert mentre i medici posizionano il corpo sulla barella da campo.
"Il solito feldmaresciallo Schubert: fa domande che otterrebbero solo risposte inutili.." L'alto ufficiale della Wehrmacht si volta verso l'ingresso dello studio per vedere il membro più irriverente della sua squadra appoggiato allo stipite della porta, che lo guarda con un sorriso spavaldo. Frank Kruger è un austriaco spaccone e di bell'aspetto, con una smorfia che fa impazzire le donne; chi lo osserva meglio però può notare le pronunciate borse che ha sempre sotto gli occhi: i suoi sogni hanno spesso strani visitatori...
"Ciao Frank" -gli risponde il Feldmaresciallo- "Dammi una mano ad esaminare il corpo. Sergente Mayer: esca e chiuda la porta; si assicuri che nessuno disturbi me e il mio collaboratore."
Quando il giovane attendente chiude la porta Frank si avvicina con passo spavaldo a Schubert: "Quale corpo?"
Il feldmaresciallo si volta improvvisamente verso la scrivania per constatare stupefatto che il corpo del colonnello è scomparso, così come i medici che erano appena entrati!
"Ma come è potuto accadere?!" boccheggia l'ufficiale della Wehrmacht.
"Sicuramente un corpo si è seduto qui fino a poco fa" -gli risponde con tono derisorio Kruger mentre osserva le pieghe sul cuscino di velluto della sedia.
"Sergente Mayer!" -Schubert chiama con tono imperioso il suo attendente che rientra precipitosamente nello studio.
"Signore?" -la voce del sergente è rotta dalla paura.
"Vada a chiamare i medici che sono venuti poco fa!" -comanda secco il feldmaresciallo.
"Quali medici signore?" -chiede confuso Mayer -"Io non ho visto nessuno signore."
Schubert cerca di ricordare i volti del medico e dei paramedici entrati poco prima nello studio, ma non riesce a rievocare con esattezza i lineamenti dei loro visi..
"Lasci perdere: vada a chiamare allora Frau Marlene. Voglio almeno sapere chi ha servito al colonnello questo whisky!" -comanda disperato il feldmaresciallo.

Mentre il sergente esce dallo studio compaiono sulla soglia due strane figure: un anziano leggermente curvo e un alto e robusto nobiluomo vestito elegantemente, con una tuba sotto il braccio. Le due figure sembrano perfettamente complementari: mentre infatti il nobile è aristocraticamente composto, misurato e distaccato, l'anziano sembra invece nervoso e frenetico, si guarda sempre intorno come se la sua vita fosse costantemente in pericolo..
"Von Rimmel; Vanheim: ben arrivati!" -esclama il feldmaresciallo salutando calorosamente gli ultimi due membri della sua squadra, finalmente giunti al castello.
Von Rimmel è l'unico a ricambiare il saluto, solo con un lieve cenno del capo. Poi la sua mano destra, ricoperta da un guanto nero, tira fuori da una tasca un orologio d'oro massiccio, fissato da una catenella alla tasca della redingote: "Non siamo mica in ritardo?" -chiede l'aristocratico Conte bavarese al feldmaresciallo.
"Bell'orologio!" -gli sussurra l'anziano Vanheim con una smorfia ambigua, osservando il cipollone del Conte: in passato Vanheim ha fatto l'orologiaio per lungo tempo. "Ma stai attento agli orologi: fra poco infatti ti soprenderanno!"
Subito dopo un improvviso "DONG" dell'orologio a pendolo dello studio fa sobbalzare il Conte. Van Rimmel si volta adirato verso Vanheim, ma subito recupera la sua compostezza, visto che conosce bene il dono dell'orologiaio: la Prescienza. Vanheim riesce a vedere degli squarci del futuro, più o meno definiti..
"Potevi avvertirmi" - è l'unica cosa che gli dice il Conte mentre si avvicina alla cassettiera della scrivania, osservando che uno dei cassetti con la serratura ha ancora una chiave inserita e leggermente piegata. Il Conte avvicina alla chiave la mano coperta ancora dal guanto nero: Von Rimmel indossa spesso i guanti, perchè il suo potere -la Psicomanzia- gli permette di entrare in contatto con qualsiasi cosa tocchi con le mani nude. Questo potere può essere un dono, ma -talvolta- anche una scocciatura.
Il Conte gira con abilità la chiave mezza rotta e apre il cassetto, rivolgendo un sorriso di soddisfazione all'orologiaio (spesso più abile di lui in tali attività di precisione): all'interno trova una Luger e un tubetto di medicinali. Si infila la Luger nel cappotto, notando che ha già il colpo in canna, mentre osserva con attenzione le pillole contenute nel tubetto: il Conte è un medico esperto e non fa fatica a riconoscere il Rugeum, un generico analgesico e antinfiammatorio.
"Il Colonnello Fehder ha tentato disperatamente di prendere il farmaco...o la pistola" -osserva laconico Von Rimmel.