Molti proiettili colpiscono la grata di metallo del montacarichi, utilizzata per non far cadere le munizioni trasportate, ma il GeheimKommando è comunque troppo esposto: improvvisamente -per fortuna- si sente un “CLIC-CLANK” e la mitragliatrice francese si inceppa.
Schubert reagisce prontamente: afferra una handgranate dalla cassa di munizioni del montacarichi e la scaglia nella direzione del boschetto. L’esplosione è fragorosa ed un piccolo albero si spezza, cadendo proprio sui due mitraglieri francesi!
“Di qua: presto!” –grida il Feldmaresciallo indicando il Fokker DVII posizionato poco distante sulla piccola pista di atterraggio esterna al castello.
Il GeheimKommando corre affannato nella neve, ma -avvicinandosi al velivolo- tutti si accorgono che il pilota sta lottando con un incursore francese: i due sono avvinghiati per terra e rotolano convulsamente nella neve.
Frank Kruger, correndo più rapidamente degli altri, raccoglie da terra un ramo pesante e si avventa sui due lottatori: il fendente dell’austriaco è potente e preciso e il corpo del francese smette improvvisamente di lottare, giacendo immobile sopra quello del pilota.
Frank si accorge subito però che il pilota è gravemente ferito al fianco: “Saliamo, presto!" -grida Frank agli altri- "Piloterò io questo coso..” e si posiziona nella cabina di pilotaggio accendendo i motori.
Mentre tutto il GeheimKommando sale a bordo il Conte Von Rimmel aiuta il pilota ad alzarsi e a salire sul Fokker DVII: “Non si preoccupi, guarirà: sono un medico”.
Frank Kruger spinge al massimo i motori dell’aereo che comincia a rullare sulla piccola pista innevata: diverse mitragliatrici francesi aprono il fuoco, ma la pista di decollo è protetta da sacchi di sabbia. Il Fokker spicca quindi il volo, pilotato abilmente da Kruger; alla prima virata il Conte però si affaccia al finestrino e si accorge che il serbatoio della benzina è stato colpito da alcuni proiettili: “Stiamo perdendo carburante!” –grida a Frank.
“Accidenti!” –mormora tra se l’austriaco notando che la lancetta del carburante si muove con inquietante rapidità verso lo “
“C’è una piccola base aerea qui vicino!” – gli suggerisce il feldmaresciallo.
“Si, la conosco: atterreremo lì” –replica sicuro Frank Kruger.
Una volta atterrati il comandante della base aerea fornisce loro una camionetta, che trasporta il GeheimKommando fino alla locanda del vicino villaggio.
L’oste della locanda è un uomo dai lineamenti rozzi, dal naso tozzo e con una mascella estremamente pronunciata: “Ho già preparato la vostra stanza” –dice con una parlata molto gutturale.
Nella quiete del loro piccolo ma confortevole alloggio i membri del GeheimKommando si gettano sui letti, stremati. L’unico a sedersi alla scrivania è il feldmaresciallo: ancora turbato per la morte del suo mentore Schubert posiziona sul rozzo tavolo tutti i libri raccolti nella biblioteca del colonnello Fehder, li apre uno ad uno e li dispone in modo da affrontare una lunga notte di studio. Per ultimo apre lo strano libro che il colonnello stava leggendo nel momento del decesso.
“Non riesco a concentrami su questo bicchiere” –il sussurro del Conte Von Rimmel attira l’attenzione di Schubert. Il feldmaresciallo si volta e scopre che il nobile non si è addormentato come gli altri, ma è seduto invece sul letto con in mano il bicchiere di whisky che era rovesciato sulla scrivania del colonnello Fehder: la mano che impugna il bicchiere è nuda, senza il distintivo guanto nero che solitamente la copre.
“Comunque questo bicchiere ha uno strano odore, che il whisky non è riuscito a coprire: l’odore di una rara essenza venefica, preparata con erbe che si trovano soltanto in Palestina..” –asserisce il Conte, rivelando ancora una volta le sue conoscenze mediche.
"Ora cerchi di riposare Conte -suggerisce il feldmaresciallo- e speriamo che almeno lei abbia sogni tranquilli..." allude Schubert indicando Frank Kruger: l'austriaco si sta agitando nel letto, tormentato da chissà quali incubi...
Sole, sudore e sabbia.
La cittadella di Acri è la roccaforte più imprendibile dell’Islam: molti crociati schierati di fronte alle sue mura ancora non capiscono perché –dopo aver affrontato mesi di viaggio- devono rischiare la loro vita contro un avversario così terribile. Due cinta di mura proteggono la città e il castello di Acri: quest'ultimo -per giunta- è difeso dalla migliore guarnigione di guerrieri Muslim!
“Deus vult!” –grida Re Riccardo Cuor di Leone, il comandante dell’esercito crociato, incitando i suoi uomini prima dell’assalto. Poi il Re d’Inghilterra avvicina il suo cavallo a quella parte dello schieramento dove sono posizionati i Cavalieri del Tempio.
“Dio lo vuole –ripete in un sussurro rivolto ai Templari- ma anche noi sappiamo bene quanto sia importante ciò che è nascosto ad Acri..”
Il più anziano dei Cavalieri del Tempio –Ottone di Reigsburg- annuisce severo.
“DEUS VULT!” –ripete gridando il Cuor di Leone, mentre l’esercito carica contro le mura in modo confuso e sconclusionato.
Sole, sudore e sabbia.
Ottone di Reigsburg sale rapidamente una scala d’assedio, ma una tempesta di frecce lo colpisce sui pettorali di piastre dell'armatura. Un’arciere infedele si sporge dalle mura, prende la mira, e lascia partire un dardo che colpisce la spalla del Templare, in uno dei pochi punti non coperti dalla pesante armatura. L’anziano Templare lancia un grido di dolore e si regge a malapena sulla scala d’assedio: sembra che possa cadere da un momento all’altro..
Il primo Cavaliere del Tempio a guadagnare gli spalti è invece il più giovane dei Templari schierati: non ha neppure 20 anni, ma impugna una spada regalatagli da Re Riccardo in persona! Il biondo e impulsivo Eric di Augusta scavalca agilmente i merli, fa roteare la sua spada con incredibile rapidità e due arcieri infedeli cadono a terra con il petto squarciato.
Si accorge poi che tre Muslim stanno salendo le scale interne della fortezza per raggiungere gli spalti e dare man forte all'esercito difensore; si avventa allora su di loro con la ferocia della sua giovinezza: ne abbatte uno con la spada, da un calcio alla scala sulla quale si stava arrampicando un altro, ma il terzo gli è pericolosamente alle spalle, con la scimitarra già alzata!..
Un dardo di balestra colpisce l’infedele in pieno petto. “Allah akhbar..” –sussurra il Muslim prima di morire.
Eric si volta e rivolge un sorriso ad Hans l’Orso, il più potente dei Cavalieri del Tempio: Hans ha un fisico imponente –è alto più di
Con un grido rabbioso Hans l’Orso strappa una lancia dalla mano di un infedele, la capovolge e la usa subito per piantarla nel corpo del Muslim. Poi si sporge dai merli ed aiuta Ottone di Reigsburg a raggiungere gli spalti. Quando realizza che quella sezione delle mura è ormai in mano ai Crociati Hans afferra lo stendardo del Tempio e lo pianta nel corpo disteso di un infedele, facendolo garrire al vento caldo di Acri.

Nessun commento:
Posta un commento