giovedì 17 aprile 2008

Il villaggio di Irca

“Acri” –mormora Frank Kruger svegliandosi dal suo sonno inquieto.
“Già, Acri.. è anche la parola che il colonnello Fehder ha indicato sul libro in Aramaico nel momento in cui è morto”-gli risponde il feldmaresciallo Schubert.
“Qui vicino, in Baviera, esiste un piccolo villaggio che ha un nome simile” –suggerisce pensieroso l’austriaco Kruger- “mi pare si chiami ‘Irca’…non può essere un caso!”
“Se hanno trasportato il corpo del colonnello da qualche parte può darsi che l’abbiano portato lì: dobbiamo accertarcene!” –esclama deciso Schubert- “Se non sbaglio il villaggio in questione dovrebbe trovarsi nei possedimenti del Conte…non è vero?” –chiede rivolto a Von Rimmel.
“Si, in effetti Irca è un piccolo borgo situato all’interno dei miei dominii, ma è così insignificante che –devo ammettere- non ci sono mai stato..” –precisa il Conte Von Rimmel.
“Certo che è davvero strana questa chiave..” –mormora tra se l’Austriaco mentre svela il contenuto del sacchetto nascosto nella sedia del colonnello Fehder. Il sacchetto in effetti custodisce una grossa chiave dalle fattezze inquietanti: non sembra costruita seguendo una logica umana e il suo colore cambia continuamente, a seconda di come la colpisce la luce..
“Fammela vedere” –chiede incuriosito il feldmaresciallo. L’Austriaco gli consegna subito il raccapricciante congegno, con un’evidente espressione di sollievo, come se si liberasse da un’oscura presenza..

Il comandante della base aerea fornisce così al feldmaresciallo una lunga limousine nera e -mentre il Conte decide di rimanere nella locanda per studiare più a fondo il libro del colonnello- prontamente il GeheimKommando si prepara ad abbandonare la stanza per recarsi ad Irca...
“Scusate il ritardo..” –sulla porta della camera appare improvvisamente l’ultimo membro del GeheimKommando: è vestito in modo stravagante, seppur molto elegante, e indossa un paio di occhiali scuri..
“Non sarà venuto direttamente dall’Inghilterra, Mr Carter..” –gli risponde sarcastico il feldmaresciallo Schubert.
“No, in effetti ero ad uno splendido ricevimento a Strasburgo e abbandonarlo così all’improvviso mi ha alquanto rattristato” –replica laconico Mr Carter.
“Non perdiamo tempo: la devo ragguagliare su..” –inizia Schubert, ma viene subito interrotto.
“So già tutto” –sussurra con un mezzo sorriso Mr Carter. L’Inglese è infatti un’abile spia che ha tradito il Regno Unito per passare al servizio del Fuhrer: la sua capacità di raccogliere informazioni è leggendaria…e il potere che nasconde dietro gli occhiali scuri lo aiuta certamente in tal senso.

Frank guida sicuro la limousine; accanto a lui Vanheim è chiuso in un triste silenzio. L’Austriaco è l’unico che, talvolta, riesce a penetrare i segreti del Boero, quindi gli domanda preoccupato: “Tutto bene?”
“Insomma…non riesco a vedere cosa ci attenderà ad Irca: la cosa mi preoccupa..” –gli risponde Vanheim, prima di richiudersi in un impenetrabile silenzio.
“Fra poco lo scoprirai: dopo questa galleria dovremmo essere arrivati..” –chiosa Frank Kruger.
Appena la limousine penetra all’interno della galleria si ode distintamente uno strano rumore, “swaaap”, come se l’auto venisse risucchiata chissà dove.. Improvvisamente un buio impenetrabile avvolge tutto il GeheimKommando: Frank nota che neppure le luci anteriori della limousine riescono ad illuminare alcunché. Un silenzio siderale avvolge l’autovettura. Poi il buio totale viene infranto da numerose piccole luci: stelle, sono stelle! La limousine sembra fluttuare nel cielo stellato. Al feldmaresciallo Schubert sembra ad un certo punto di distinguere anche un’enorme e orripilante creatura amorfa, dalle dimensioni incredibili, pari a quelle di un pianeta!
“Swaaap!” di nuovo lo strano rumore e la limousine esce dalla galleria, ritrovandosi nel mezzo della cittadina di Irca. Il feldmaresciallo guarda nel lunotto posteriore dell’auto e gli sembra che l’oscura uscita della galleria abbia l’aspetto di un’enorme bocca mostruosa..
Frank Kruger parcheggia la limousine accanto all’unica chiesa del villaggio: la costruzione è davvero strana, ha qualcosa di particolare; accanto ad essa sorge anche un piccolissimo cimitero molto trascurato, con lapidi antiche e crepate, ricco di intricata vegetazione.
Il piccolo villaggio è completamente avvolto da una fitta nebbia e una strana oscurità notturna scende improvvisamente sulle rustiche case di Irca. Vanheim è confuso: guarda il suo caratteristico orologio con catenina e scopre con orrore che le lancette sono rotte!
“Le lapidi sono antiche” –osserva attento Mr Carter- “L’ultimo seppellimento in questo villaggio è avvenuto nel 1860.”
“Questo borgo ha qualcosa di strano” –replica Frank Kruger studiando le sagome avvolte nella nebbia degli strani abitanti di Irca: hanno tutti un naso tozzo, una mascella pronunciata e camminano ondeggiando maldestramente..
“Mi scusi buon uomo” –Mr Carter attira l’attenzione di un passante- “Ci potrebbe indicare un alloggio consono alla nostra posizione e al nostro rango?” –chiede con eccessiva eleganza.
L’abitante di Irca parla in modo strano, come se avesse un sacco di biglie in bocca: “Laggiù di fronte alla chiesa c’è l’unica locanda: ‘La Torcia nella Nebbia’!”
“Andiamo a rifocillarci lì” –ordina il feldmaresciallo Schubert.
“Vi raggiungo: voglio prima dare un’occhiata a questa strana chiesa” –risponde Frank Kruger avvicinandosi al portone d’ingresso. Quando i suoi compagni si allontanano e spariscono all’interno della locanda la sicurezza dell’Austriaco vacilla: si ritrova d’un tratto solo nella nebbia e strane ombre si muovono nei vicoli che si affacciano sulla piazzetta…”CRA!” –un corvo improvvisamente gli sfreccia accanto spaventandolo a morte.
“Non sarà certo uno stupido borgo bavarese a spaventarmi..” –mormora Frank Kruger per farsi coraggio, avvicinandosi al portale della strana chiesa. Fregi inquietanti corrono lungo tutto il piccolo porticato: fregi strani, privi di qualsiasi valenza simbolica o iconografica.. Il portone di legno antico è chiuso da una strana maniglia, fatta a forma di un simbolo famoso, anche se sconosciuto all’Austriaco.
Improvvisamente Frank Kruger si accorge con la coda dell’occhio che alcune figure si stanno avvicinando a lui dalle ombre dei vicoli, semi-nascosti dalla nebbia: un ronzio sordo attraversa l’aria e un dardo di legno si pianta profondamente nel braccio destro di Frank Kruger.
"Maledizione!” –l’Austriaco grida per il dolore intenso e abbassa la testa di scatto, evitando altri due dardi che rimbalzano sulla facciata della chiesa. Frank Kruger salta agilmente in auto e gira la chiave: la limousine sussulta per un secondo ma non si accende.
“SBRAM!” un pesante bastone di legno si abbatte sul cofano dell’auto nera. Alcuni abitanti di Irca, con la loro andatura ciondolante, circondano rapidamente l’auto: sono armati poveramente, con forconi, falcetti e balestre, ma hanno sguardi truci e determinati..
"Accenditi maledizione!!" -ripete imprecando l'Austriaco.

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